Forse il lupo è salvo, ma i cani no. Si applichi la legge per liberare la gestione dei randagi da affarismo e mafie.
Apprendiamo con favore le dichiarazioni del Presidente della Conferenza Stato – Regioni sullo “stralcio” degli abbattimenti dal “Piano Lupo”. Si può cautamente dire che il lupo è salvo.
Occorre tuttavia mettere in guardia su facili trionfalismi, peraltro fondati su promesse diffuse a mezzo stampa.
Come EcoRadicali torniamo a ribadire la necessità di rivedere un Piano di gestione che, non prevedendo alcuna copertura finanziaria, rischia di fallire. Allo stesso tempo non possiamo far finta di non rilevare come non sia stato fatto alcun accenno alle azioni del Piano Lupo che prevedono l’abbattimento di cani vaganti e ibridati.
Dalle dichiarazioni di Bonaccini e dei vari presidenti di regione, non emerge alcun impegno in tal senso. È quindi lecito pensare che rimarrebbero in piedi gli abbattimenti dei cani ibridati e vaganti: una disposizione in aperta violazione delle leggi nazionali e della Convenzione europea dei diritti degli animali.
Se così fosse, non ci sarebbe alcuna vittoria da celebrare. Saremmo di fronte a un salto indietro di decenni, facendo pagare agli animali il prezzo dell’illegalità delle istituzioni.
L’Italia è l’unico grande paese europeo dove il fenomeno del randagismo è ancora endemico. Le cause risiedono nella inapplicazione della legge di contenimento del randagismo, varata nel 1991. Un contesto che ha favorito il proliferare di fenomeni opachi e l’infiltrazione delle mafie nella gestione dei cani randagi.
In 26 anni, le Regioni non hanno saputo (e voluto) risolvere il problema del randagismo, disattendendo al diritto dei cittadini alla salute e alla sicurezza.
Questa volta interverremo presso i presidenti di regione. A loro compete l’applicazione delle norme anti-randagismo, disattese da tutte le Regioni. Ci auguriamo che la tardiva sensibilità per il lupo venga dimostrata anche per i cani.
Fabrizio Cianci
Segretario EcoRadicali – Associazione Radicale Ecologista